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Aurelio Boccea

Arancia meccanica made in Albania: arrestati rapinatori seriali

Catturati dalla Polizia, dopo mesi di indagini, nove cittadini; in corso 25 perquisizioni. Numerosi assalti tra gennaio e giugno. Rubate auto di grossa cilindrata e armi per mettere a segno i colpi

Escalation di rapine: nove membri di una banda albanese specializzati in rapine in ville sono stati arrestati questa mattina dagli agenti della squadra mobile della Questura. Tra i 34 ed i 28 anni l’età delle “punte di diamante” del gruppo, ai quali veniva affidata l’esecuzione dei colpi. Rapina aggravata, furto, ricettazione, porto abusivo e detenzione illegale di armi: queste le accuse che piovono sulla banda. Accertati 9 colpi, messi a segno da gennaio a giugno 2011.

Oltre 25 perquisizioni domiciliari presso i diversi immobili intorno ai quali gli stessi rapinatori gravitavano nella zona nord e sud della Capitale. La banda aveva due basi logistiche principali: Primavalle – Boccea, zona borghesiana, dove agiva il gruppo Dokai; Tor de Cenci, dove operava il secondo gruppo. Le due organizzazioni usavano sempre lo stesso modus operandi. Terrorizzavano gli abitanti per farsi consegnare soldi e gioielli. I  colpi messi a segno seguivano un copione seriale.

Si muovevano in quattro o cinque, entravano nell'abitazione, sequestravano i componenti della famiglia e li torturavano. Caratteristiche che contraddistinguono tutte le rapine sono la cattiveria e la violenza gratuita. Sono state ritrovate diverse auto rubate a Torre San Bruno da dove partivano le scorribande notturne. Per un componente, albanese di 31 anni era previsto il ruolo di gestore del “parco auto”, tra Audi e BMW, spesso rubate poco prima dei colpi.

A volte invece gli arrestati compivano le rapine con le stesse macchine dei rapinati. In prevalenza i colpi venivano messe a segno nell’ambito della provincia di Roma, anche a distanza dalla Capitale, dove poi gli arrestati facevano ritorno nelle prime ore della mattina. Rapine compiute anche a Spoltore (Pescara) e Fano (Firenze). Sequestrati due pistole, mazze da baseball, crick e altri oggetti da scasso. Le indagini sono ancora in corso per accertare altre eventuali rapine firmate dall'operazione “arancia meccanica”, come è stata definita dal comandante Rizzi.

 

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