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Boccea

Val Cannuta: il miraggio del capolinea scomparso

Il Comitato di zona lamenta l’eliminazione del capolinea delle linee 889 e 546 per anni situato in fondo all'omonima via. Particolarmente critica la situazione dei cittadini di via Ago ai quali il diritto alla mobilità è negato

Ai confini dell’abitato e appiedati: i residenti in via Ago, all’estrema propaggine dell’area urbana di via Boccea in 18° Municipio, all’estremità di via Val Cannuta, laddove l’agglomerato urbano  si perde nella campagna romana, a vari chilometri dalla centralissima via Boccea, servita a poca distanza dal capolinea della Metro A, Battistini, non hanno un autobus per avvicinarsi all’arteria centrale e per raggiungere la fermata più vicina devono camminare per un chilometro.

Da mesi infatti, il Comitato di Val Cannuta lamenta l’eliminazione del capolinea delle linee 889 e 546, per anni situato in fondo all’omonima via, avvenuta allorquando il Comune ha reso edificabili cinque palazzoni del Papillo, che hanno ospitato 2500 nuovi residenti che, insieme a centinaia di dipendenti Telecom che lavorano nei paraggi, sono costretti da anni a vivere un disagio del tutto ingiustificato, lasciati in stato di isolamento coatto, costretti a dover percorrere un chilometro a piedi per raggiungere i mezzi pubblici. Penalizzato dunque il diritto alla mobilità dei cittadini, con gravi conseguenze per i residenti con handicap presenti in via Ago.

La scarsa illuminazione della strada e la mancanza di mezzi pubblici la rendono estremamente pericolosa in particolar al calar delle tenebre, in cui è stato persino segnalato un tentativo di stupro ai danni di una ragazza.

La richiesta del ripristino del capolinea è stata avanzata anche lo scorso giugno, a margine di un incontro richiesto dal Comitato di Quartiere presso la Commissione Urbanistica del Comune di Roma per parlare di tutte le tematiche non risolte del territorio.

“In quell’occasione riferimmo che i tecnici dell’ATAC a cui avevamo fatto visita una settimana prima, riferisce il presidente del comitato, Stefano La Noce, avevano da tempo sviluppato su indicazione del Municipio un progetto con tanto di planimetria che collocava il nuovo capolinea alla stessa altezza del precedente; più precisamente dall’altra parte della strada dove attualmente c’è un parcheggio semivuoto. L‘opera di trasformazione di questo parcheggio in capolinea di due mezzi pubblici, secondo gli stessi tecnici, era semplice e comportava costi ridottissimi; il progetto, ci fu detto, era stato inviato da tempo in Municipio ed era ancora in attesa di risposta.

Uscendo dalla riunione, sia il Presidente della Commissione Urbanistica che tutti gli attori presenti (capi dipartimento dei vari uffici interessati, due consiglieri Comunali, il Presidente del Municipio Giannini e l’assessore Valci) diedero la loro parola per intervenire in tempi strettissimi, fissando la data di settembre per risolvere una volta per tutte la situazione”. 

Varcata la soglia del nuovo anno, i cittadini ancora attendono la realizzazione delle promesse, inclusa la “soluzione ponte”, richiesta provvisoriamente dal Comitato in attesa della realizzazione del nuovo capolinea, che consisterebbe nell’allungare la corsa in partenza ed in arrivo dei mezzi pubblici, per permettere intanto a residenti e non di usufruire del servizio di trasporto. Vana anche una mozione votata all’unanimità dallo stesso consiglio municipale ad inizio ottobre, che stabiliva l’urgenza di tale intervento.

Il timore del Comitato è che, dietro questa “impasse”, ci sia l’interesse di salvaguardare il progetto Albatros: una nuova speculazione edilizia ancora in embrione che vorrebbe edificare, accanto al nuovo asilo (ancora chiuso!), in fondo via Valcannuta, altri cinque palazzoni in sfregio al piano regolatore, alla mancanza di standard urbanistici, ed in deroga alle più elementari leggi in materia di edilizia. Il progetto, secondo il Comitato, non avendo standard urbanistici sufficienti (verde/parcheggi), sembra richiedere al Comune di utilizzare quelli “in eccesso” della convenzione M2 Valcannuta (i palazzi di via Ago, per intenderci). Se il Municipio ed il Comune autorizzassero l’ATAC a realizzare il capolinea dove sarebbe logico che fosse, facendo scomparire il parcheggio nel computo dagli standard “in eccesso”, il progetto Albatros avrebbe molte difficoltà ad essere approvato.

In attesa che le Amministrazioni Comunali e Municipali abbiano un’idea illuminante, magari quella di aspettare che altri 2000 residenti si aggiungano ai 2500 di via Ago nella processione giornaliera per raggiungere i mezzi pubblici, conclude il presidente del comitato di quartiere, abbiamo avviato una raccolta di centocinquanta firme, perché venga realizzato il prolungamento del Capolinea degli autobus 889 e 546 in fondo a via Valcannuta, come promesso da anni, da spedire a tutti gli uffici competenti per sbloccare una situazione vergognosa ormai  non più sostenibile.”
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