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Pineta Sacchetti Torrevecchia / Via Sisto IV

Pasta e verdura per chi è in difficoltà: alla Pineta Sacchetti spopola la spesa sospesa

Caffè, pane, taglio dei capelli: in un post-it viene scritto cosa donare al prossimo

Il macellaio, il barbiere, il barista ma anche chi ha il banco di frutta e verdura. Professioni diverse ma accomunate da un obiettivo: aiutare il prossimo. In zona Pineta Sacchetti ieri 19 dicembre ha avuto il via la spesa sospesa, ovvero lasciare un prodotto pagato a chi si trova in difficoltà. L’iniziativa è stata firmata da Pinacci Nostri, collettivo artistico del quadrante nord ovest della Capitale. 

Come funziona la spesa sospesa

Come funziona la spesa sospesa? È molto semplice: ci si reca in un’attività commerciale che ha aderito, riconoscibile dalla locandina esposta. Terminati gli acquisti, su un post-it (messo a disposizione dal titolare dell’esercizio) viene segnato cosa si intende lasciare al prossimo. Pasta, caffè, bistecca, pomodori, taglio dei capelli: non importa quale sia la scelta.

Pinacci Nostri e Pineta Sacchetti

“Essere partiti alla vigilia della vacanze natalizie è un caso – ha assicurato Lello Melchionda di Pinacci Nostri a RomaToday – il progetto lo avevamo in testa da un po’ di tempo, ossia da quando frequentiamo Pineta Sacchetti, che definiamo un paese dove tutti si conoscono. Negli ultimi anni io e gli altri abbiamo trascorso molto tempo in strada, per portare avanti l'arte nelle sue sfaccettature. Una fase, questa, dove abbiamo incrociato povertà o situazioni precarie. Vivere il territorio in profondità ha consentito di toccare con mano quelle realtà di cui non potevamo immaginare l'esistenza”.

Le tappe della spesa sospesa

Così ecco l’idea: “Molti titolari dei negozi li conosciamo, c’è un rapporto stretto. Perciò è stato quasi naturale proporre la spesa sospesa. È un modo, secondo noi, per avere un quartiere unito, aperto agli altri”. Via Sisto IV, piazza Pio IX, via Cardinal Passionei, via Calisto II per il momento sono le tappe della spesa sospesa. Ma non è finita qui, come ha assicurato Melchionda: “Altri negozianti ci hanno chiesto la locandina, siamo solo all’inizio. Creare una rete è un ottimo presupposto. In fondo siamo convinti che la base su cui lavorare sia solida. Anzi, solidale”.

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